Posted by on 21 Mar, 2017 in Recensioni | 0 commenti

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Cover de Il pellegrinaggio, di Laura Radiconcini (Il Ciliegio, 2017)

«Che io possa vedere l’inferno in questo secolo, se manco alla mia parola!» rispose Leo con un gelido sorriso.

Il Patriarca aprì una porticina nascosta alle sue spalle, sparì oltre quella soglia, e subito ritornò in sala, recando in mano un cofanetto d’argento da cui trasse un pezzo di pietra grigio, scabroso e di forma irregolare.

«La Pietra del Cielo» disse solennemente.

 

Come anticipato dal titolo, questo recente romanzo firmato da Laura Radiconcini ed edito da Il Ciliegio narra di un pellegrinaggio ipoteticamente avvenuto nel 1354. Un pellegrinaggio inconsueto e con elementi inquietanti, ovviamente, visto che il romanzo è etichettabile come horror a sfondo storico.

Il Basso Medioevo – soprattutto tra il 1300 e il 1400 – è stato un periodo storico turbolento: imperavano l’instabilità politica e quella religiosa e le popolazioni europee furono decimate da pestilenze e carestie devastanti. Tale instabilità portò numerosi uomini e donne ad avventurarsi in pellegrinaggio, a piedi, lungo strade difficili e lunghe, per poter espiare i propri peccati o chiedere indulgenza al Dio cattolico per i membri della propria famiglia ormai spirati.

 

Cacciatori vampiri e prede umane nel Basso Medioevo

In un contesto tanto caotico e sfaccettato si muovono i protagonisti della narrazione, divisi tra umani e vampiri. Questi ultimi, come nella tradizione letteraria originaria, sono esseri che vivono nell’ombra, che vantano poteri mentali e fisici eccezionali e, soprattutto, che si cibano di sangue umano. Ma a causa della carestia gli umani scarseggiano e i vampiri si trovano costretti ad agire in modo più furbo e mirato del solito per procacciarsi il cibo.

Un gruppo di potenti vampiri decide di sfruttare il fervore religioso del periodo e crea il falso Ordine di San Sertorio che ha, fra i suoi obiettivi, quello di reperire il cibo necessario alla sopravvivenza della stirpe.

Le vittime perfette non possono che essere i pellegrini. E i poveri monaci sono le esche migliori.

 

Il pellegrinaggio di sangue

Adso, monaco vampiro, sta conducendo un gruppo di pellegrini verso la reliquia di San Sertorio. I peccatori, tutti con la propria storia e motivazione, non sono per Adso che uno dei tanti greggi di umani da portare pazientemente al pascolo e poi dritti tra le braccia di esseri sanguinari come lui. Il destino di questi pellegrini è sparire misteriosamente nella confusione delle strade affollate e polverose dell’Italia medievale.

La sensazione di morte incombente accompagna il lettore sin dalle prime pagine del romanzo. Adso è perfettamente consapevole di star compiendo un’azione abominevole, ripugnante, ma, per mantenere la sua posizione nel clan di vampiri, tace ed esegue.

 

Le riflessioni di un vampiro

Tra le diverse storie personali di uomini e vampiri che emergono lentamente dalla narrazione, quella di Adso è forse la più incisiva, probabilmente perché accompagnata dalle sue stesse riflessioni. La consapevolezza del destino che attende i pellegrini prescelti, gli scrupoli di coscienza, insieme ai flashback del suo passato, sono molto presenti e perfettamente inseriti nel racconto.

Questo protagonista è sia vampiro che uomo, perché da una parte ha conservato vividi ricordi della vita prima della trasformazione (e l’incontro con il giovane Aligi non fa che aumentare il suo disagio e l’avversione verso la propria natura), mentre dall’altra si rende conto che la bestialità e l’istinto di sopravvivenza sono ormai parte di lui così come le altre caratteristiche della razza vampirica.

Logo de Il Ciliegio Edizioni, editore del romanzo horror storico Il pellegrinaggio

Nella mente di Adso, l’uomo e il vampiro combattono una battaglia senza sosta. Tale dualità è il nucleo della prima parte del romanzo, mentre la seconda metà è maggiormente incentrata sui nuovi sentimenti d’amore che stanno spingendo il monaco vampiro a cambiare e ad allontanarsi dalla sua seconda natura.

I temi che ricorrono nelle riflessioni di Adso e dei pellegrini sono focalizzati sulla redenzione e il perdono, poiché tutti hanno qualcosa di cui si vergognano, tutti nascondono peccati che gravano sulla coscienza. Il pellegrinaggio non è altro che una delle tante strade da percorrere per poter ottenere il perdono e iniziare una nuova vita. Questo risulta vero per i pellegrini ma, successivamente, anche e ancor di più per Adso.

Tutto l’intreccio de Il pellegrinaggio è narrato attraverso una scansione temporale abbastanza lenta e con uno stile pacato e riflessivo che tranquillizza il lettore ma fa anche comprendere più profondamente la dualità delle creature viventi. Nonostante i dialoghi non risultino sempre realistici e incisivi, l’ambientazione – anche se non è approfondita a tutto tondo – riesce a restituire un’idea del contesto storico e, grazie alle valide descrizioni di paesaggi e personaggi, il lettore è in grado di ricreare un quadro generale adeguato e leggere il romanzo con scioltezza.

Gli ultimi capitoli sono forse un po’ frettolosi e il finale risulta prevedibile ma, nonostante questo, Il pellegrinaggio è un romanzo che unisce efficacemente l’aspetto storico a quello fantastico, mettendo al centro di tutto la battaglia interiore che infuria in tutte le creature, umane o meno.

 

Enza Sentito

Scheda dell'opera

mini-cover Il pellegrinaggio, di Laura Radiconcini (Il Ciliegio)Titolo: Il pellegrinaggio
Autore: Laura Radiconcini
Editore: Il Ciliegio – Collana Pegaso
Pagine: 174
Prezzo: € 14 (cartaceo)
Link d’acquisto: Cartaceo
Sul sito dell’editore: Vai

VOTO GLOBALE: [yasr_overall_rating]

 

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