Posted by on 30 Giu, 2017 in Approfondimenti | 0 commenti

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Con questo articolo siamo felici di dare l’avvio a una nuova rubrica di Altrisogni.it: Maestri del Fantastico. A cadenza irregolare tratteremo la vita, le opere e le influenze dei più importanti scrittori di fantascienza, fantasy, horror e weird, grazie ai contributi di collaboratori o ospiti specializzati.

Per parlare di Clark Ashton Smith – degno rappresentante dell’epoca pulp della narrativa fantastica (all’incirca dal 1920 al 1940) – abbiamo voluto interpellare Davide Mana, ottimo conoscitore del personaggio. Siamo certi che troverete interessante questo suo ricco guest post, e ci auguriamo che tornerete a trovarci per leggere gli articoli successivi della serie.

Prima di lasciarvi al contenuto vero e proprio, ci teniamo a segnalarvi – caso mai non lo sapeste – che a Ottobre 2017 verrà pubblicato da Mondadori un nuovo prezioso volume della collana rilegata I draghi dedicato proprio a CAS. Giuseppe Lippi si occuperà della curatela e traduzione del libro/omnibus, che raccoglierà i principali cicli smithiani tra cui quello di Atlantide. Trovate ulteriori informazioni nella bibliografia italiana in coda all’articolo.

Non ci resta che ringraziare Davide Mana e augurarvi buona lettura.

 

Clark Ashton Smith, maestro di fantasia e ricercatezza

 

di Davide Mana

 

Clark Ashton Smith Ritratto

C’è una storia che gira, su Clark Ashton Smith, che è quasi certamente falsa, eppure vale la pena di raccontarla.

La storia ci dice che da ragazzo il giovane Smith si perse fra le colline deserte della California meridionale, e vagò da solo per alcuni giorni, finché non venne ritrovato da una squadra di soccorso e riportato a casa. Rimase a letto per alcune settimane. Quando si riprese, cominciò a tradurre dal francese le opere di Baudelaire, pur non avendo mai studiato francese.

Tale storia, come si diceva, è probabilmente una leggenda metropolitana, ma ha una sua importanza perché ci segnala di quale aura leggendaria fosse ammantata non solo l’opera, ma la persona di Clark Ashton Smith.

 

L’insolita formazione di Clark Ashton Smith

I Maestri del Fantastico: Clark Ashton Smith 1912 Ritratto

Clark Ashton Smith in un ritratto del 1912, quando aveva circa 19 anni.

Smith era nato a Long Valley, California, il 13 Gennaio 1893. Suo padre, Timeus Smith, era un inglese di buona famiglia che aveva sperperato il proprio patrimonio girando il mondo, e giunto in California aveva sposato Mary Frances Gaylord, detta Fammy, salvandola dal poco gradito status di zitella.

Clark Ashton Smith frequentò le scuole elementari e medie ad Auburn, una cittadina a un miglio circa da dove suo padre si era costruito una casa – una località nota come Boulder Ridge, ‘La cresta dei macigni’ (evidentemente un posto abbastanza scosceso) – e dove allevava galline.

Terminate le scuole dell’obbligo, nel 1907, il giovane Clark, pur avendo superato gli esami di ammissione alle scuole superiori, decise di interrompere gli studi e proseguire la propria educazione da autodidatta.

Era suo desiderio diventare un poeta e riteneva che un’educazione formale potesse essere controproducente. Molti anni dopo, Lyon Sprague de Camp fece notare come la decisione di abbandonare gli studi fu probabilmente la scelta più drammaticamente sbagliata fatta da Smith: per quanto rispettate dalla critica e apprezzate da un ristretto pubblico, le opere poetiche di Smith soffrirono di un certo ostracismo a livello editoriale, essendo dopotutto “solo” l’opera di un campagnolo autodidatta.

Questo, come vedremo, avrebbe avuto un peso sostanziale nello sviluppo di Clark Ashton Smith come autore di narrativa fantastica.

Per arricchire il proprio lessico, Smith si dedicò alla lettura di un vocabolario, parola per parola. Dotato di una memoria eidetica, Smith non solo memorizzò tutti i termini del dizionario, ma anche le loro derivazioni etimologiche. Al contempo, Smith si lesse anche tutta l’Enciclopedia Britannica, da cima a fondo. Due volte.

E ammettiamolo, forse “il metodo Smith” non è il migliore, ma certo è molto più a buon mercato di certi corsi di scrittura che circolano.

 

Ascesa e declino di un poeta di montagna

Fra il 1910 e il 1912, Clark Ashton Smith pubblicò un certo numero di storie – essenzialmente fantasy di ambientazione orientale – su riviste di narrativa, e cominciò a farsi notare come poeta.

Iniziò anche una corrispondenza con George Sterling, poeta che era stato allievo di Ambrose Bierce e che proprio a Bierce fece leggere alcuni lavori del giovane Smith. Bierce ne fu entusiasta. E fu più o meno in questo stesso periodo che Clark Ashton Smith cominciò a interessarsi anche a Baudelaire e al decadentismo francese.

The Star-Treader and Other Poems, primo volume di poesie di Clark Ashton Smith

The Star-Treader and Other Poems fu il primo volume di poesie di Clark Ashton Smith, pubblicato con l’aiuto del poeta George Sterling. Ottenne ottimo riscontro dai critici statunitensi.

Smith venne quindi “scoperto” dall’elite culturale della California, e presentato al pubblico come una sorta di eremita, un giovane che viveva isolato fra le montagne della Sierra californiana e creava dal nulla opere meravigliose.

Ambrose Bierce si espresse in maniera molto dura a riguardo, sostenendo che l’improvvisa popolarità, per un autore così giovane, avrebbe scatenato una reazione che lo avrebbe danneggiato. E così accade: passata una prima fase di entusiasmo, pubblico e critica cominciarono a sentire il peso del successo di un poeta giovane e autodidatta.

Le vendite crollarono e Smith fu travolto da una crisi psicologica e fisica che lo rese incapace di scrivere (o di fare alcunché) per lunghi periodi durante i successivi otto anni. Un medico gli diagnosticò la malaria, ma ancora oggi non è chiaro cosa avesse colto il giovane poeta. È tuttavia interessante notare che anche H. P. Lovecraft soffrì di una inspiegata “spossatezza” nello stesso periodo.

Senza un lavoro, bloccato in posto che odiava e in grado di mantenersi solo grazie a un vitalizio versatogli da un’anonima ammiratrice, Smith non si rese particolarmente simpatico ai propri compaesani: iniziò infatti a intrattenere relazioni con un certo numero di signore sposate (presumibilmente, nei periodi in cui la sua misteriosa spossatezza non lo affliggeva).

 

1930-1937: i racconti fantastici e le riviste pulp

Wonder Stories (1930) con il racconto Marooned in Andromeda, di Clark Ashton Smith

Wonder Stories (1930) ospita “Marooned in Andromeda” di Smith, primo racconto di una prevista serie sci-fi su Capitan Volmar. La serie vide pubblicati solo due capitoli.

Nel 1922 Smith iniziò la propria corrispondenza con H. P. Lovecraft, conosciuto tramite il già citato George Sterling e Samuel Loveman.

Prese anche a fare un sacco di strani lavori, dal minatore all’insegnante di disegno, sino al bracciante nei frutteti californiani; tradusse Baudelaire e vendette alcune delle proprie opere artistiche – quadri e sculture – per una somma che gli permise di tirare avanti.

Poi, mentre la Crisi del 1929 metteva in ginocchio l’economia americana e mondiale, H. P. Lovecraft suggerì a Smith di provare a scrivere per Weird Tales. Un’attività odiosa e lontana anni luce dall’arte, convennero sia Smith che HPL, ma remunerativa.

Strange Tales (1932) ospita The hunters from beyond, racconto di Clark Ashton Smith

Strange Tales (1932) ospita l’horror “The Hunters from Beyond”, ambientato a San Francisco. Il protagonista Philip Hastane ricorre in più racconti di Smith.

E così, fra il 1930 e il 1937, Clark Ashton Smith scrisse non meno di 110 racconti, pubblicandone la maggior parte sulle riviste Weird Tales, Amazing, Amazing Detective, Astounding, Fantastic Universe, Fantasy & Science Fiction, Fantasy Fiction, Fantasy Magazine, La Paree Stories, Magic Carpet, Oriental Stories, Philippine Magazine, Saturn SF & Fantasy, Scientific Detective Monthly, Stirring Science Stories, Snappy Stories, Startling Stories, Strange Tales, Tales of Wonder e Wonder Stories.

Riviste pulp, in altre parole – incluse due “spicy” (La Paree e Snappy), vale a dire due riviste sconce.

Il che è significativo, perché dei Tre Moschettieri di Weird Tales, ovvero H. P. Lovecraft, R. E. Howard e C. A. Smith, solo Smith dimostra nelle proprie storie – e nella propria biografia – una maturità e un sano interesse per le faccende sessuali. C’è, nelle storie di Smith, una vena di erotismo che non è semplicemente fanservice, ma è funzionale alla storia, funzionale alla creazione di un’atmosfera.

Weird Tales (1938) con il racconto The Garden of Adompha, di Clark Ashton Smith

Weird Tales (aprile 1938) pubblica “The Garden of Adompha”, racconto ambientato su Zothique.

Altrettanto funzionali alla storia sono il gusto del macabro (come osservò il solito Sprague de Camp: “dai tempi di Poe, nessuno aveva mostrato tanto amore per un cadavere putrefatto”) e la indubbia, persistente, ricercatezza del lessico.

A questi elementi si aggiunge una profonda carica ironica, che fa da contrappunto all’orrore e alla meraviglia. Nelle opere di Smith, infatti, c’è sempre un vago senso dell’assurdità dell’intera faccenda, che restituisce in maniera splendida il senso di vuoto esistenziale che spesso sottende i suoi racconti.

 

Fantastic Story Quarterly, con The amazing planet di Clark Ashton Smith

Fantastic Story Quarterly (1950-51) ristampava racconti della Golden Age. Qui c’è “The amazing planet”, secondo racconto su Capitan Volmar.

Un secondo motivo per l’ironia e la commedia nelle opere di Smith potrebbe essere invece il suo scarso entusiasmo per l’attività di scrittore pulp: almeno in un paio di casi, le storie vennero scritte con una ben salda vena comica basandosi sull’assunto che Farnsworth Wright, l’odiatissimo editor di Weird Tales, non l’avrebbe capita comunque.

 

I cicli narrativi di Clark Ashton Smith

Le storie di Clark Ashton Smith vengono abitualmente raccolte in cicli, in base all’ambientazione condivisa a cui appartengono.

L’opera migliore è certamente il ciclo di Zothique, un fantasy oscuro e macabro ambientato su una terra del lontanissimo futuro, che attende sprofondata nell’ennui la morte del proprio sole. Un ciclo che appartiene al sottogenere fantascientifico cosiddetto della Terra morente (sottogenere ampiamente sfruttato in seguito da Jack Vance).

Zothique l'ultimo continente della Terra (Nord, 1977) di Clark Ashton Smith

Zothique (Nord, 1977) raccoglie le opere dell’omonimo ciclo.

Più convenzionali sono il ciclo di Averoigne (pseudogotico medievale con elementi lovecraftiani), e quello di Hyperborea/Atlantis/Poseidonis, le cui storie si svolgono in diversi continenti perduti del passato remoto.

Se non tutte le opere nel canone di CAS sono capolavori inarrivabili, è comunque certo che Smith mantenga sempre un consistente livello di scrittura: la trama può essere banale o già sentita, ma il modo in cui la storia viene narrata, il lessico usato per narrarla, la elevano comunque al di sopra della routine.

 

Tre raccolte di opere di Clark Ashton Smith in lingua inglese: due edite da Panther, una da Prime Books

Tre raccolte di opere di Clark Ashton Smith in lingua originale. Le prime due (volume 1 di due cicli diversi) edite dall’editore londinese Panther nel 1974, la terza da Prime Books nel 2009.

 

La fine dei Tre moschettieri di Weird Tales

Dopo il 1937, il nulla.

Perduti i genitori che egli aveva accudito a lungo, Smith sopravvisse al suicidio di R. E. Howard e alla morte di H. P. Lovecraft, ma con la morte dei suoi amici e corrispondenti smise di scrivere.

Smith non rimise mano alla scrittura neanche quando, nel dopoguerra, case editrici specializzate prima ed editori mainstream in seguito presero a ristampare i suoi lavori con quelli di REH e HPL. Si calcola che dal 1937 al 1961, anno della sua morte, Smith abbia scritto meno di dieci storie.

Perché?

Anche questo mistero è parte della leggenda di Clark Ashton Smith, un autore che è stato per il genere fantastico, e per il fantasy in particolare, influente almeno quanto Howard e Lovecraft, non tanto per i temi, quanto per lo stile, l’eleganza, la ricercatezza formale.

Un poeta che per necessità si rivolse alla narrativa di genere, Smith portò un elemento di qualità letteraria al genere stesso, e per questo rimane un autore straordinariamente influente e assolutamente imprescindibile.

Maestri del Fantastico: Clark Ashton Smith - Le influenze

Maestri del Fantastico: Gli autori che hanno influenzato Smith e quelli da lui influenzati.

 

Bibliografia minima di Clark Ashton Smith

Maestri del Fantastico: Clark Ashton Smith - Libri MEB

Alcuni volumi italiani di Clark Ashton Smith editi da MEB durante gli anni ’70.

Per chi desidera avvicinarsi a questo autore, quali delle sue opere è possibile rintracciare in lingua italiana? Ecco di seguito una bibliografia essenziale di CAS basata sui volumi più reperibili (abbiamo tralasciato i volumi antecedenti al 1980, sebbene reperibili sul mercato dell’usato):

  • Il destino di Antarion, Fanucci, coll. I miti di Cthulhu n.6, 1986
  • La venere di Azombeii, Fanucci, coll. I miti di Cthulhu n.12, 1987
  • Le metamorfosi della terra, Fanucci, coll. I miti di Cthulhu n.18, 1987
  • Hyperborea, Fanucci, coll. I miti di Cthulhu n.32, 1989
  • Averoigne, Fanucci, coll. I miti di Cthulhu n.34, 1989
  • Xiccarph, Fanucci, coll. I miti di Cthulhu n.33, 1989
  • Malneant, Fanucci, coll. I miti di Cthulhu n.36, 1990
  • L’universo Zothique, Editrice Nord, coll. Tascabili Fantasy, 1992
  • Ombre dal cosmo, Yorick Fantasy magazine, 1999 – a cura di Pietro Guarriello
  • Atlantide e i mondi perduti, Mondadori, coll. I draghi, Ottobre 2017 – a cura di Giuseppe Lippi
Maestri del Fantastico: Clark Ashton Smith - Libri Fanucci 2

I primi tre volumi italiani di CAS editi da Fanucci, tra il 1986 e il 1987.

Maestri del Fantastico: Clark Ashton Smith - Libri Fanucci

I cicli di Malneant (ediz. 1990), Averoigne (1988) e Hyperborea (1989) in edizione Fanucci.

Per una bibliografia italiana completa rimandiamo al Catalogo Vegetti della letteratura fantastica pubblicata in Italia.

Facili da reperire sono le versioni in lingua originale, per chi se la sentisse di affrontare l’inglese.

Inoltre a Ottobre 2017, dopo quasi 20 anni di assenza di CAS dalle librerie italiane, è prevista l’uscita di un volume curato e tradotto da Giuseppe Lippi per Mondadori che sarà intitolato Atlantide e i mondi perduti, dedicato al ciclo di Atlantide e ad altri importanti cicli dell’autore.

 

Autore ospite: Davide Mana

Lo scrittore, editor e traduttore Davide Mana, autore del guest post I maestri del Fantastico, dedicato a Clark Ashton SmithDavide Mana (Torino, 1967) ha studiato a Torino, dove si è laureato in Paleontologia, a Londra, a Bonn e a Urbino, dove ha conseguito il dottorato in Geologia. Esperto in analisi statistica di dati ambientali, ha un master in comunicazione della scienza ed ha collaborato con numerosi gruppi di ricerca e università italiane.
Dal 2009 vive a Castelnuovo Belbo, un piccolo comune in provincia di Asti, dove attualmente cerca di pagare le bollette come scrittore, traduttore e creatore di giochi.
I suoi lavori sono stati pubblicati sia in italiano che in inglese, sia tradizionalmente (Acheron Books, GGStudio, CoopStudi, Pro Se Press, Raven’s Head Press) che da indipendente tramite Amazon.
Nel tempo libero Davide legge, ascolta musica jazz, scatta foto e cucina. I suoi due blog sono Strategie evolutive e Karavansara.

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