Posted by on 30 Mag, 2017 in Notizie | 0 commenti

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Star Trek: Bridge Crew, il nuovissimo videogioco in realtà virtuale in cui ci troviamo ai comandi di una nave stellare

Se avete visto almeno una delle cinque serie TV di Star Trek nella vostra vita, è impossibile che non abbiate mai sognato di trovarvi personalmente sul ponte di comando dell’Enterprise. O addirittura di sedervi sulla poltrona di capitano per dare ordini al vostro equipaggio nelle situazioni più critiche e avventurose.

Grazie a Ubisoft oggi questo sogno diventa realtà!

Esce proprio oggi, infatti, Star Trek: Bridge Crew, il rivoluzionario videogame cooperativo per PC e PlayStation 4 che grazie alla tecnologia VR – cioè della realtà virtuale – consente fino a quattro giocatori di vestire i panni dell’equipaggio di un’astronave della Flotta Stellare, all’interno del vivido universo fantascientifico di Star Trek.

 

L’ultima frontiera della realtà virtuale

Star Trek: Bridge Crew è stato presentato per la prima volta nel 2016 all’E3, la più importante fiera dell’intrattenimento elettronico che si tiene annualmente a Los Angeles. In questo videogioco di tipo cooperativo basterà indossare il visore per la VR – HTC Vive, Oculus Rift (per PC) o PlayStation VR (per PlayStation 4) – per essere catapultati sulla plancia di una nave stellare.

Qui, ogni giocatore ricoprirà il ruolo di un ufficiale in servizio e dovrà cooperare con i propri compagni per portare a termine la missione assegnata nel miglior modo possibile. Inutile dire che maggiore sarà l’affiatamento del gruppo e migliori saranno i risultati.

 

Chi vogliamo interpretare?

Quattro sono i ruoli impersonabili dai giocatori in Star Trek: Bridge Crew.

L’ingegnere: si occupa della ridistribuzione dell’energia della nave ai vari sistemi, come ad esempio scudi, motori, sensori e armamenti. Possiamo solo immaginare quanto sarà impegnativo, durante i combattimenti con altre navi, tenere d’occhio tutte le variabili e al contempo approntare le eventuali riparazioni di fortuna.

Molte le navi disponibili, tra cui l’Enterprise della serie classica

Il timoniere: è l’addetto ai comandi veri e propri, imposta la rotta e la velocità del vascello. Una volta usciti dalla velocità di curvatura la guida della nave sarà completamente manuale. Attenzione e precisione saranno quindi fondamentali, soprattutto in battaglia, dove manovre evasive e ricerca del bersaglio la faranno da padrone.

Il ponte della USS Aegis, la nave della Federazione creata appositamente per il gioco Star Trek: Bridge Crew

Il ponte della USS Aegis, la nave della Federazione creata appositamente per il gioco.

L’ufficiale tattico: ha come compito la gestione dei sensori, dei sistemi di armamento e dell’acquisizione dei bersagli. Più l’ingegnere e il timoniere lavoreranno in sinergia, più semplice ed efficace sarà il suo lavoro.

Il Capitano: è il collante dell’equipaggio, colui che possiede tutte le informazioni sulla missione. Comunicando con il resto del gruppo, prendendo decisioni e impartendo ordini dovrà far sì che gli altri ufficiali agiscano in concerto, come le parti di un un’unica macchina ben rodata, ed evitare che il ponte di comando cada preda del caos.

 

Battaglie, esplorazioni ed entità cosmiche

Numerose e variegate saranno le missioni, che alterneranno compiti di routine quotidiana a fasi esplorative e momenti di tensione: del resto che Star Trek sarebbe senza un’onnipotente e misteriosa entità cosmica costituita da forme geometriche? Ovviamente non mancheranno scontri tra vascelli e missioni puramente diplomatiche. Oltre alla vera e propria campagna di gioco, le cui missioni saranno legate da un preciso filo conduttore, è presente anche un generatore di missioni casuali, così da rendere il titolo giocabile e ri-giocabile.

 

Star Trek: Bridge Crew, dove nessuno è mai arrivato

Mai titolo di paragrafo fu più veritiero. Star Trek: Bridge Crew, infatti, si inoltra davvero in un territorio inesplorato, sia dal punto di vista del gameplay sia da quello tecnologico.

Un visore VR: quando la fantascienza diventa scienza

Oltre a permettere ai possessori di PC e PlayStation 4 di giocare assieme e a far vivere un’esperienza di gioco in realtà virtuale davvero innovativa, il titolo Ubisoft è il primo videogame a incorporare un’intelligenza artificiale altrettanto rivoluzionaria, che consentirà di usufruire di una perfetta giocabilità anche se si è da soli e non si dispone di amici online con cui affrontare una missione.

IBM Watson, questo il nome del software, consente infatti di inviare gli ordini agli altri ufficiali, comandati dal computer, utilizzando il linguaggio naturale invece di dover utilizzare parole chiave predeterminate dagli sviluppatori. In questo modo ci si potrà concentrare sul gioco, senza doversi preoccupare di ricordare alcuna frase preimpostata, e dialogare con l’equipaggio proprio come se fosse controllato da altri esseri umani.

 

Un problema in sala macchine

I modelli dell'equipaggio sono un po' rigidi e non brillano per bellezza

I modelli dell’equipaggio sono un po’ rigidi e non brillano per bellezza.

Se dal punto di vista delle tecnologie implementate Star Trek: Bridge Crew è davvero innovativo, da quello puramente grafico ed estetico mostra il fianco a qualche critica. Il comparto visivo infatti appare datato, con modelli poligonali non sempre eccelsi e texture che non particolarmente belle. Anche le possibilità di personalizzare il proprio alter ego digitale sono limitate, con pochi modelli di viso e capelli tra cui scegliere e solo due specie disponibili: umani e vulcaniani.

Questa pochezza estetica si riflette anche sui requisiti hardware minimi che sono necessari a far girare il gioco su PC:

  • Sistema operativo: Windows 7 SP1, Windows 8.1 o Windows 10.
  • Processore: Intel® i5-4590, AMD FX 8350 equivalente o migliore.
  • Memoria: 4 GB di RAM.
  • Scheda video: NVIDIA GeForce® GTX 970, AMD Radeon™ R9 290 equivalente o migliore.

Requisiti così bassi non sono necessariamente un male, poiché consentono a una maggiore quantità di utenti di poter utilizzare il gioco sulla propria macchina. E poi, guardiamo in faccia la realtà, in questo genere di gioco l’aspetto grafico non è poi così importante.

 

Un buon motivo per avvicinarsi alla realtà virtuale

Noi – lo diciamo con grande sincerità – non vediamo l’ora di mettere le mani su questo gioco dalle premesse fantastiche. Un gioco che ci fornisce un’ottima motivazione per potenziare il nostro PC o acquistare una PS4 dotata di visore VR.

Che dire ancora? “Mi porti su, signor Scott!”

 

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