Posted by on 6 Dic, 2016 in Approfondimenti | 1 commento

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Creepypasta Jeff The Killer

Nuovi orrori scaturiti dalle profondità più oscure e misteriose della Rete si aggirano da qualche anno nella cultura “pop” contemporanea, dando voce alle angosce di una nuova generazione. Sono le creepypasta, equivalente moderno delle urban legends o leggende metropolitane in questo caso diffusesi via Web. Possiamo affermare che sono un fenomeno strettamente legato ai Millennials e alla Generazione Z, ovvero a coloro nati dal 1995 in poi e di conseguenza cresciuti con la costante presenza di Internet.

Per approfondire il mondo delle creepypasta abbiamo chiesto aiuto a un vero esperto dell’argomento, curatore dei due volumi antologici Creepypasta e Creepypasta 2 editi da dbooks.it nonché autore di racconti fantastici. Stiamo parlando, ovviamente, di Yuri Abietti.

Vi lasciamo con lui… non abbiate (troppa) paura.

 

Creepypasta: orrori “pop” dalle profondità misteriose del Web

 

di Yuri Abietti

Uno dei protagonisti più noti delle creepypasta: l'inquietante Slender Man.

L’inquietante Slender Man, icona delle creepypasta.

Cosa significa “creepypasta”? Questo strano termine non ha nulla a che vedere con la cucina italiana e deriva da un’altra parola simile che si è diffusa in rete già da diversi anni: “copypasta”. Queste ultime sono storie generalmente prive di un autore certo e definito, che vengono copiate e incollate in rete su vari siti, social network, blog e forum.

Da copy (copia) e paste (incolla) deriva questo neologismo, che indica una sorta di ennesima incarnazione delle leggende metropolitane moderne, racconti che si propagano al di fuori di qualsiasi controllo e spesso vengono modificati man mano, aggiungendo dettagli, cambiando particolari, adattandosi alle esigenze locali.

Le creepypasta sono storie simili alle copypasta, ma il loro scopo è di scioccare e spaventare il lettore. “Copy”, quindi, è stato sostituito con “creepy” (spaventoso, inquietante) per sottolineare l’appartenenza a questo sottogenere dell’horror.

 

Dal ventre oscuro dell’orrore

Creepypasta: "Candle Cove" (illustr. Mattia Zoanni)

“Candle Cove” è una delle più efficaci creeepypasta in circolazione. Qui in una illustrazione di Mattia Zoanni.

Come abbiamo accennato, le creepypasta sono solo una sorta di reinvenzione moderna di un fenomeno già noto all’attenzione della cultura popolare e dei sociologi da molti anni: le leggende urbane. Ciò che distingue questa nuova forma del fenomeno è la velocità con cui si diffonde e la facilità con cui la narrazione diventa virale, grazie all’utilizzo dei moderni media digitali e sociali.

È difficile puntare il dito con certezza su un evento che abbia originato tale fenomeno, ma i maggiori sospettati sono i canali horror e sovrannaturali del gigantesco forum 4Chan, il forum di Something Awful (che è stato responsabile della creazione di Slenderman) e Reddit. Quasi tutti i “meme” che arrivano in seguito nei social network mainstream (come Facebook) vengono creati dagli utenti di questi siti web, che possono certamente essere annoverati tra i luoghi più inquietanti e oscuri della Rete.

 

Una diffusione globale

Le creepypasta spesso non hanno autore e generalmente sono piuttosto brevi – anche se queste regole presentano numerose e illustri eccezioni. Tali caratteristiche rendono le creepypasta particolarmente adatte a essere copiate e condivise con i propri contatti, ripubblicate su nuovi forum, inserite in pagine Facebook o in blog dedicati. Esiste persino una pagina “Wiki” (in italiano e in inglese) che si occupa di catalogare tutte le storie apparse online, taggandole per categoria, tema, lunghezza e qualità.

Creepypasta: The Rake

The Rake è un’altra mostruosa creatura protagonista di creepypasta.

Fino al 2008-2009 le creepypasta non erano un fenomeno molto noto in Italia, e questo fu uno dei principali motivi per cui decisi di aprire un blog in cui raccogliere – tradotte in italiano – quelle che ritenevo più terrificanti. La cosa riscosse un certo gradimento da parte degli appassionati di orrore e così anche le storie tradotte cominciarono a essere copiate e diffuse in altri siti e blog. Non mi arrogo il merito di aver portato per primo il fenomeno in Italia, ma certamente fui uno dei primi a interessarsene e forse quel mio blog contribuì a far conoscere i racconti anche nel nostro Paese.

 

Le raccolte italiane di creepypasta

Creepypasta 2, a cura di Yuri Abietti (2016, dbooks.it)

Creepypasta 2, a cura di Yuri Abietti (2016, dbooks.it)

Questa mia operazione attirò l’attenzione di Luigi Lo Forti di dbooks.it, che mi contattò chiedendomi se, a mio parere, un libro antologico di creepypasta potesse funzionare. Dopo diverse e lunghe discussioni decidemmo di provarci.

Nonostante il forte scetticismo di molti – e anche un po’ il nostro – il libro Creepypasta (2014, dbooks.it) riscosse un notevole interesse e ricevette diverse recensioni lusinghiere. Questo mi ha spinto a proporre una seconda antologia in cui raccogliere le storie più famose e diffuse, una sorta di “Creepypasta classic” che è uscita sempre per dbooks.it proprio in questi giorni, in versione cartacea e digitale, illustrata da Antonio Dessì: Creepypasta 2.

È inoltre in preparazione un terzo volume, che raccoglierà storie molto particolari. Esiste, infatti, un fecondo filone di storie riguardanti videogiochi maledetti, computer o smartphone infestati… Incubi che si sono diffusi grazie a tecnologie che sono esse stesse il soggetto dei racconti. Trovo questa sorta di “meta-narrazione” decisamente affascinante, anche perché parla di strumenti che tutti noi usiamo quotidianamente: ci può capitare di leggere di un ragazzo che viene contattato tramite videochiamata su Skype da un fantasma e poi, pochi minuti dopo, fare una teleconferenza proprio con la stessa applicazione… Come non provare un brivido?

 

Infiniti media, infinite combinazioni

Creepypasta: "La cosa che striscia nei campi". Illustrazione di Antonio Dessì

Creepypasta: “La cosa che striscia nei campi”. Illustrazione di Antonio Dessì, da Creepypasta 2 (2016, dbooks.it).

La creatività umana non conosce confini e trascende qualsiasi mezzo. Spesso puntiamo il dito sull’inefficacia dei media tradizionali, sulla scarsa fantasia di produttori, sceneggiatori e registi inseriti nel mondo istituzionale della produzione fantastica, sul piccolo e sul grande schermo. Ma questo non deve farci sospettare che gli orrori immaginati dall’uomo non abbiano scelto altre forme per manifestarsi.

Le creepypasta sono una piccola parte di un più ampio fenomeno di rivoluzione narrativa che sta avendo luogo, lentamente e gradualmente, grazie all’utilizzo degli strumenti tecnologici sempre più diffusi nel mercato di massa. Qualsiasi possessore di smartphone di ultima generazione può improvvisarsi cineamatore e pubblicare in tempo reale le proprie creazioni su Youtube o su app come Instagram o Snapchat. Qualsiasi scrittore può pubblicare indipendentemente i frutti della propria immaginazione su Amazon o su un blog. E tutto ciò senza nominare il fenomeno degli ARG (“Alternate Reality Games”, cioè giochi di realtà alternativa), nuove forme di letteratura ergodica, storie transmediali e chi più ne ha più ne metta.

Creepypasta e Serie TV: Channel Zero - Candle Cove

Una scena dalla prima stagione della serie TV Channel Zero.

Certo, i media mainstream si stanno già appropriando delle creepypasta, ingabbiandole in un formato più standardizzato e controllato – come accade con la recente serie TV americana Channel Zero, la cui prima stagione è basata sulla creepypasta “Candle Cove” e la seconda lo sarà su “The No-End House” – ma questo è semplicemente il risultato della notorietà, e non incide sullo natura indipendente e sulla diffusione fuori dagli schemi di questo fenomeno.

Viviamo in un’epoca in cui la cultura popolare e fantastica è ricca di stimoli, in cui la comunicazione globale e la rete fanno da crogiolo per nuove strutture e forme espressive. Solo che, a volte, per accorgersene, bisogna rischiare di scendere nel seminterrato e dare uno sguardo dietro l’angolo, nei punti più oscuri di Internet.

 

Yuri Abietti

Scrittori di Altrisogni: Yuri AbiettiNato a Torino nel 1971, ha sempre vissuto a Milano. Nel 2011 vince il concorso horror indetto da Altrisogni e D&N con il racconto “Il Grande Buio”, pubblicato nell’antologia Nel buio (dbooks.it, 2011) e su Altrisogni n.4. Nel 2013 il suo racconto “Il quadro” arriva tra i finalisti del Premio F. M. Crawford e viene pubblicato in Ore nere (dbooks.it, 2014), primo volume della collana Altrisogni Presenta.
Ha curato le raccolte Creepypasta e Creepypasta 2 (dbooks.it, 2014-2016), che assemblano cupe leggende diffusesi sul web. Canta nei Silver Key, band prog che ha pubblicato i due album In the Land of Dreams (2012) e The Screams Empire (2015). Insieme ad altri autori ha allestito un progetto letterario su Facebook, #micronarrativa, che ha prodotto quattro ebook – #microhalloween, #microhalloween2, #microxmas e #microscifi. Inoltre, sta scrivendo una saga fantasy-horror ispirata alle Terre dei Sogni di Lovecraft.
Su Altrisogni, oltre al già citato “Il Grande Buio”, ha pubblicato il fulminante racconto “Link” (Altrisogni Vol.1).
Il suo blog personale è https://leterredeisogni.wordpress.com

 

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